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lunedì 19 ottobre 2009

Laura Marenghi

Elementi di Umanità
- Fiaba -

Uscendo, una mattina, gettai un veloce sguardo
all’insù: a quell’ immensa distesa che regnava su di me. Vidi un blu soffocato da strani e grotteschi colori. Così mi fermai e chiesi al Cielo se andasse tutto bene. Ingrigito e stancamente intorpidito dalla nebbia mi rispose con una folata di tosse ventosa…:
- Purtroppo no, mia cara…anche stamani ho dovuto svegliarmi ma avrei proprio bisogno di riposo. I fumi che mi assillano giorno e notte non mi permettono più di respirare…-
-Sai, amico mio- ribattei io colta dall’ ingegno di una stravagante idea - certi giorni dovrebbero sorgere con un pizzico di magia all’interno…Per esempio, se oggi mi dicessero che mi è concesso un sortilegio farei apparire per te un enorme aerosol e ti avvolgerei di aria purificata. Qualche giorno di cura e sono sicura che ti sentiresti molto meglio…!- Udito ciò il Cielo si commosse e le sue lacrime bagnarono anche il mio viso. Lo salutai e proseguendo nel mio giro incontrai un Passerotto. Mi fermai perché mi accorsi del suo incessante singhiozzare…
-Piccolo, che c’è che non va?- gli chiesi, preoccupata.
–Oh, mia cara, mi ritrovo senza un nido e tre piccoli da sfamare. Trovare alberi, ormai, è diventato impossibile. Molti sono già occupati, oppure sono malati o addirittura vengono abbattuti. Per ora vivo in un camino poco distante da qua, ma non fa per noi…i miei piccoli non respirano rinchiusi lì! Lasciami piangere in pace…che altro mi resta da fare?-
Accarezzai appena le piume del Passerotto in un gesto consolatorio e continuai, se pur affranta, nel mio cammino.
Poco dopo mi fermai nei pressi di un Fiume per ascoltare il calmo scroscio dell’acqua. Dopo pochi istanti il Fiume si accorse di me e mi gettò accanto una vecchia lattina rotta, un tubo arrugginito e un fustino di detersivo in plastica.
-Dì un po’, mia cara, non sarà per caso tua questa roba?-
-Certo che no- risposi subito con una punta di risentimento.
-Conosco bene la differenza tra un corso d’acqua e una discarica!-
-Non chiedermi di crederti, ormai è difficile per me…voi umani promettete sempre, fate leggi su leggi ma io ogni mattina mi sveglio col sapore di questi veleni in bocca…Sto male, guarda il mio colore…un tempo ero trasparente e accoglievo bambini che giocavano spensierati. Ma ora…sono anni, ormai, che non vedo più nessuno. Sono solo ogni giorno.-
-Per questo ogni tanto scompari e non ti si vede più per un po’ di tempo?- chiesi incuriosita.
-Già…vado in secca e mi ritiro con i miei pensieri…ma basta qualche doccia dal Cielo a spronarmi e subito ritorno! Leggermente più pulito, ma non troppo…-
Raccolsi gli oggetti trasportati dal Fiume e li gettai nel primo bidone che incontrai.
Poco distante da lì mi imbattei in una vasta distesa di terra. --Che meraviglia- pensai, ma mentre camminavo un forte e infastidito “Aihh! ” richiamò la mia attenzione.
-Oh, scusa! Ti ho fatto male?- domandai preoccupata.
-Lascia stare…ho dolori ovunque!- rispose borbottando come una pentola di fagioli, il polveroso Terreno.
-Anche tu!- ribattei io, un po’ tristemente.
-Mi hanno ricoperto di strane sostanze; dicono che così i miei frutti saranno più grossi e più lucenti! Sarà anche vero, ma sapessi che fastidio e che debolezza, cara mia…-
A pochi metri da lì, proseguendo in punta di piedi sul povero Terreno indolenzito, fui richiamata da un maestoso Albero ad assaggiare le sue prelibate primizie. Come rifiutare?
Colsi una pesca e mentre la dirigevo alla bocca, osservandone il colore rossastro e invitante, fui subito bloccata dal Terreno.
-Oh no, figliola! Il tuo fisico non sarà contento di ingerire diserbanti! Vai al Fiume e lavala per bene prima di mangiarla!-
-Non posso!- risposi esausta –Il Fiume mi ha appena detto che nelle sue vene scorre veleno già da anni-
Stanca e desolata mi coricai sulla terra umida e fissai il Cielo su di me.
–Amici miei- incalzai –cosa vi sta succedendo? Sono preoccupata per voi, per la vostra salute!-
-Mia cara- rispose il Fiume –anche noi siamo preoccupati per te. Tu credi che i nostri problemi non ti tocchino ma ciò che manca a noi manca alla tua vita e ciò che distrugge noi impedisce anche a te e ai tuoi simili di stare bene.
-Ma io mi sento bene: mangio, bevo, dormo, respiro…tutte attività che per voi sembrano diventate impossibili- ribattei
-Tu ti nutri di ciò che il Terreno ti offre, bevi l’acqua che il Fiume ti trasporta e respiri l’Aria che colma l’immenso Cielo ma quel che non vedi è la contaminazione che ci attanaglia, come un terribile virus dal quale non si guarisce perché nessun “Medico” ha interesse a curarti.
Tiriamo un sospiro di sollievo quando incontriamo persone in grado di fermarsi ad ascoltare anche noi e i nostri problemi, ma ciò accade raramente…Ti ringraziamo per esserti accorta di noi e per dimostrarti la nostra gratitudine vogliamo farti un dono speciale: con tutto il nostro impegno ti regaleremo il meglio che di noi è rimasto…Ricorda, questo dono durerà solo pochi secondi ma in questo breve tempo tu proverai sensazioni che pochi altri sanno udire. Ascolterai i nostri Canti.
Dopo pochi istanti chiusi gli occhi e il Cielo mi soffiò dolcemente tra i capelli raggiungendo il mio Spirito: -Con gran piacere ti restituisco quel “pizzico di magia” che con tanto amore avresti desiderato per me…Grazie.-
Il Vento, figlio sfuggente del Cielo, mi avvolse in un respiro profondo che scosse e rianimò il mio animo.

Una leggera e limpida sferzata di acqua fresca raggiunse il mio viso, distendendone i tratti confusi e stupiti –Mi hai ripulito quando sono stato male accanto a te. Ti ringrazio…- intonò il Fiume.
Poi venne il turno del Passerotto che assieme ai suoi piccoli mi cantò una dolcissima melodia…riecheggiò nelle mie orecchie e continuò a librarsi nell’aria come fosse interminabile. –Come tu hai scaldato con la tua carezza il mio corpo stremato donandogli affetto io dono a te un Suono che scaldi il tuo cuore. Grazie…-
Infine apparvero davanti ai miei occhi l’ Albero e il Terreno che seppero inebriare i miei sensi con il profumo intenso dei loro migliori frutti. –Questi alimenti sono figli nostri e nulla di estraneo li ricopre. Il loro aroma sarà la nostra Essenza e il gusto che ti appagherà sarà il nostro ringraziamento che ti accompagnerà sempre.

Come previsto, questi attimi di deliziosa purezza svanirono lentamente assieme ai miei cari amici…
Quando riaprii gli occhi tutto, intorno, era fermo e silenzioso. Mi strinsi tra me e me come a ricercare quel calore che tanto mi aveva inebriato poco prima.
Era tutto finito e forse era giusto così…siamo ospiti della Terra e dobbiamo imparare ad ascoltare i suoi preziosi consigli !
I miei amici mi hanno insegnato che raccoglieremo sempre i frutti delle nostre creazioni, che sopporteremo sempre le conseguenze delle nostre azioni e da ciò ne dipenderà il nostro bene. Grazie a loro ho potuto vedere ciò di cui potremmo godere se solo ci volessimo più bene e, perché no…
se affrontassimo le giornate con un “pizzico di magia” in più…!

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